di Sandro Usai e Simone Cavagnino
Il progetto Un sentiero per tutti ci sta permettendo di scoprire il profondo amore che la comunità di Oliena mantiene intatto e colmo di riconoscimento verso tutto quello che le appartiene e la rappresenta. A piccoli passi e con grande rispetto stiamo scoprendo i tesori di un territorio, a tratti selvaggio e incontaminato, capace di offrire scorci mozzafiato, indelebili nella mente di chiunque abbia il privilegio di viverli.
Abbiamo intrapreso la collaborazione con il Comune di Oliena con la profonda consapevolezza che non sarebbe stato semplice aprire un varco, una connessione, un dialogo con la sua comunità riflessiva e riservata, che osserva con attenzione prima di concedere fiducia.
Oltre trenta persone hanno aderito al progetto e la metà partecipa con assiduità alle attività proposte.
Un sentiero per tutti punta a illustrare la metodologia di censimento e diagnostica degli attrattori turistici e dei sentieri per renderli accessibili ai disabili sensoriali e motori, allargando la platea a un ventaglio di turisti che potranno godere delle bellezze che l’intero territorio è in grado di offrire.
Uno scrigno, dunque, colmo di perle di straordinaria bellezza, capace di stupire chiunque lo visiti. Ma a nostro avviso, il vero valore lo rappresentano i cittadini olianesi. Loro sono stati capaci di avviare un processo circolare che si sviluppa attraverso la costruzione di un rapporto intimo, personale e segreto con la terra feconda della valle e della montagna che avvolge l’abitato, alimentando un ecosistema capace di creare un clima di benessere connesso alla natura e alla prosperità della collettività.
Questa dedizione e questo sacrificio che gli olianesi conferiscono alla loro terra, legano importanti capisaldi quali amicizia, solidarietà e rispetto profondo per ogni cosa.
Il bellissimo clima umano instaurato in quattro mesi di lavoro, permesso di creare un momento mediatico intenso, capace di stimolare sentimenti, progetti e sogni utilizzando il format delle interviste. È stato davvero bello ed emozionante ascoltare ogni persona intervistata che senza remore ha voluto disegnare e raccontare intimamente la Oliena che vorrebbe.
Abbiamo iniziato le interviste il pomeriggio di venerdì 10 marzo e siamo andati avanti sino alla sera del giorno dopo (sabato 11). È stato faticoso ma, credeteci, ne è valsa la pena perché abbiamo ricevuto in cambio un dono splendido. Soprattutto dal punto di vista umano.
Abbiamo ospitato ai nostri microfoni Dolores Turchi, Francesco Palimodde, Pasquale Puligheddu, Salvatore Solinas, Gianfranco Puddu, Gianni Maricosu, Gianfranco Biscu, Giuseppe Maisola, Cosimo Lippi, Sebastiano Salis, Antonio Congiu , Angelino Congiu, Giuseppe Garippa, Paolo Congiu, Angelo Loche, Antonio Biscu, Monica Catte SannaPierantonia Congiu, Caterina Sole, Tore Puddu, Elena Pinna, Maria Antonietta Malune, Monica Catte Sanna, Sebastiana Fele e Massimo Zola per trattare temi di storia, archeologia, enogastronomia, turismo attivo, guide turistiche, botanica, cultura e identità, sport, conditi da rari ed emozionanti momenti.
Dalle interviste è emerso che Oliena è un vero e proprio distretto agroalimentare vivace, che punta a creare valore industriale con le filiere complete dei prodotti. La vitalità e l’ambizione hanno fatto nascere tante attività imprenditoriali (anche in forma cooperativistica) che mostrano l’animo gentile di una comunità che non rinuncia a crescere nel segno della condivisione.
Il momento più toccante delle interviste, che ci hanno coinvolto emotivamente e umanamente, lo abbiamo vissuto quando abbiamo incontrato Dolores Turchi e le giovani imprenditrici Maria Antonietta Malune, Elena Pinna, Pierantonia Congiu, Caterina Sole Monica Catte Sanna e Sebastiana Fele che hanno dipinto con le parole i loro Sogni olianesi. L’anziana scrittrice e le giovani imprenditrici hanno disegnato uno spartito meraviglioso, che ha impresso a tutta la giornata un tocco di straordinaria bellezza e freschezza.
Ascoltare i sogni olianesi ha rinforzato in noi il riconoscimento verso una comunità che ha saputo alimentare e mantenere il legame e il rispetto per la sua terra. «Credo che il contatto con la terra mi garantisca la migliore qualità della vita che io possa desiderare», «Vivere a contatto con la terra mi dona serenità e allo stesso tempo energia per affrontare il futuro», «L’olio, il vino e gli animali da pascolo che abbiamo in azienda rappresentano per alcuni versi aspetti e sfaccettature del nostro carattere che poi si declinano in impresa», «I giovani si prendano il loro futuro senza delegarlo». Queste sono alcune delle riflessioni che abbiamo raccolto durante gli interessanti scambi documentati nel corso delle interviste, che confermano il forte legame che la comunità rinsalda costantemente con le proprie radici. A rimanere impresse nella nostra mente sono quelle giovani donne di neanche trent’anni, che nonostante la laurea hanno rinunciato al posto fisso, per dedicarsi alla coltivazione, all’allevamento e alla produzione della lavanda, dell’olio, degli ortaggi, del vino e del formaggio.
Impossibile dimenticare gli occhi brulicanti di emozioni di Maria Antonietta Malune mentre ci raccontava del profumo di lavanda che si sprigionava nella stanza quando la amata nonna, in occasione delle feste, apriva il baule in cui era custodito il suo abito tradizionale. Oggi Maria Antonietta coltiva la lavanda permettendo a quella emozione di restare vivida e intatta. È con quella grazia che si occupa della sua terra, nutrendola e restituendole pienezza.
A breve il corso Un sentiero per tutti vivrà la sua tappa finale, ma aver incontrato tante persone che ci hanno mostrato l’amore che riservano per Oliena e per quello che essa rappresenta, oltre all’amicizia e all’affetto che ci hanno donato, rimarranno indelebilmente dentro le nostre anime, e avremo cura e rispetto di questi inestimabili doni.
Con profondo rispetto e meravigliata curiosità abbiamo ascoltato il mitologico Murena, al secolo Vincenzo Tupponi, custode della storia che ha aperto la strada al lavoro di Guida turistica a Oliena.
Grazie Oliena.
Sandro Usai e Simone Cavagnino